mercoledì 29 maggio 2013

SALUTO E FORME DI RISPETTO NEL KENPO JU-JITSU D.A.






 Motti della Scuola 
ISTINTO E RAGIONE UNITI PER CRESCERE
VI SONO MOMENTI IN CUI NELLA VITA COME NELLA LOTTA,
L’AIUTO VIENE SOLO DA TE STESSO


FORMA DI RISPETTO NEL KENPO JU-JITSU D.A.


Nella tradizione giapponese, il luogo d'allenamento fisico e dell'apprendimento spirituale, dove i praticanti di Arti Marziali percorrono la via che conduce alla realizzazione di se stessi in osservanza delle regole e nel rispetto reciproco è il

"Dojo Kun" do - via, percorso jo - luogo kun - regola, dovere


SI INIZIERÀ LA LEZIONE INVITANDO A PREPARARSI PER IL SALUTO


Il Maestro proseguirà dicendo:                         Vi ringrazio per essere qui


Tutti gli allievi risponderanno:                          Per crescere


Il Maestro dirà:                                                   Insieme voi


Tutti gli allievi risponderanno:                           Grazie


Il Maestro cocluderà dicendo:                             Grazie a voi



IL saluto si farà sia all’inizio della lezione sia alla fine.


Il saluto tra due compagni sarà fatto stringendo l’avambraccio l’uno dell’altro


dicendo:                                                            Per crescere


Ci si rivolgerà al Maestro semplicemente con appellativo di Maestro.

Tutti gli allievi, vedendo entrare il Maestro in luogo d’allenamento, diranno in coro:

                                                                         Per crescere

Il Maestro risponderà                                       Tutti insieme








martedì 14 maggio 2013

KENPO JU-JITSU D.A. DEFINIZIONE CARATTERISTICHE E FILOSOFIA DELLO STILE







 Motti della Scuola

ISTINTO E RAGIONE UNITI PER CRESCERE
VI SONO MOMENTI IN CUI NELLA VITA COME NELLA LOTTA,
L’AIUTO VIENE SOLO DA TE STESSO

DEFINIZIONE E FILOSOFIA DELLO STILE  KENPO JU-JITSU D.A.


Per il mio metodo di Kenpo Ju-jitsu d.a., ho scelto di onorare le due tradizionali Arti Marziali che più di altre mi hanno dato la conoscenza e quindi la possibilità di crescere 

in questa via.

In qualità di Maestro di Nippon Kenpo, ho deciso di adottare il termine Ju-jitsu, poiché è da questa disciplina che è derivato il moderno metodo di combattimento denominato Nippon Kenpo. Inoltre, nei primi cinque anni del mio percorso marziale, ho praticato una forma di Ju-jitsu impropriamente chiamata "Kenpo".

Mentre la scelta del nome Kenpo è stata dettata dal mio sentimento personale, poiché mi accompagna fin dal mio esordio nel mondo delle arti marziali.

A questo binomio ho aggiunto il mio personale concetto “D.A.” (dentro l’avversario), dando così vita allo stile kenpo Ju-jitsu D.A.

Alcuni concetti strategici nel combattimento di Kenpo Ju-jitsu d.a.

Percepire nell’avversario la pausa mentale, sia quella tra due momenti distinti dell'attenzione, sia quella dovuta al pensiero preparatorio di attacco, potendo così anticipare e contrattaccare prima dell’attacco fisico dell’avversario”.

Mostrare all'avversario un momento di incertezza nell’agire, e agire approfittando del chiacchiericcio della sua mente”.

Percepire l'intenzione d’attacco dell'avversario, in modo da poter controllare la situazione e deviare la forza indebolendolo gradualmente fino ad averne il totale controllo”.

Provocare l'avversario facendo in modo che indirizzi il colpo d’attacco su un punto preciso del nostro corpo, potendo così reagire di conseguenza con sicurezza di vantaggio”.

L’atteggiamento da adottare durante un combattimento consiste nel distaccarsi dal gioco delle menti, in modo tale che, il subconscio dell’avversario non si senta in pericolo e predisposto all'azione.

Il concetto da me coniato “D.A.” (dentro l’Avversario), è l'anima del percorso strategico e filosofico della Scuola, nonché pozzo inesauribile per i miei studi, e ha come scopo quello di ricercare e valorizzare il dono che ognuno di noi ha di conoscersi sperimentandosi nell’altro.

Con “Dentro l’Avversario” s’intende essere uno con l’altro, capaci così di portare l’attenzione minuziosa al cambiamento delle variabili psicologiche e strategiche per averne il controllo prima e durante l’impatto.

拳法 Kenpo “ ken” (pugno ) “ po “ ( metodo, sistema ).

柔術 Ju-Jutsu “Jū” flessibile, cedevole, morbido, adattabile).

Jutsu” ( arte, tecnica , pratica ).

Dentro l’avversario “D.A.” (avere il controllo dell’avversario prima e durante l’impatto).

In occidente, le parole Kenpo e Ju-Jutsu hanno comunemente la traslitterazione in Kempo e Ju-Jitsu.

Nel Kenpo Ju-jitsu D.A. sono compresi sia il combattimento disarmato sia quello armato/disarmato e la difesa personale.

Il combattimento disarmato è frutto in prevalenza dei due stili sopra citati, mentre per quanto riguarda l'uso delle armi bianche (coltello e bastone) nel Kenpo Ju-jitsu D.A. poggia parte della sua base nell’Arnis de Mano – Kali – Sakaran.

Metodo insegnato dal Gran Maestro Jun Matagai, da me adattato alla mia visione di combattimento.

Per valutarne la validità e l’efficacia, nel 1997 fondai un metodo di combattimento sportivo, armato / disarmato, chiamato Kenpo c.i.a.d. (combattimento integrato armato / disarmato).

Regolamento delle 3 forme di combattimento sportivo con regole differenti da me messe a punto.

1° forma disarmata di combattimento / Nippon Kenpo Evolution

Il Nippon Kenpo Evolution, comprende un combattimento disarmato con protezione al viso, guantoni, para tibie e scarpette.

Il Nippon Kenpo Evolution si distingue dal Nippon Kenpo giapponese grazie alla definizione di un regolamento di competizione diverso che evidenzia la validità tecnica delle tecniche consentite, oltre ad autorizzare l'utilizzo di tecniche che sono considerate proibite nel Nippon Kenpo tradizionale.

In questa evoluzione, oltre ai colpi ammassi nel tradizionale Nippon Kenpo di pugni di calci, di ginocchio, di proiezioni, lotta a corpo a corpo sia in piedi sia a terra, bloccaggi e finalizzazioni, sono ammessi anche calci circolari alle gambe e il colpo di gomito. Il combattimento si svolge con la sola protezione al viso, eliminando il corpetto a protezione del gusto.
Il conteggio per l’assegnazione della vittoria sarà quello dell’ ippon (punto) con l’arresto del combattimento per l’assegnazione di ogni punto come nel tradizionale Nippon kenpo. Il combattimento si svolgerà nei 3 minuti e la vittoria sarà assegnata a chi realizzerà più punti. L’incontro potrà avere termine immediato proclamando la vittoria nel caso di bloccaggi alle braccia, alle gambe, per finalizzazioni o per un colpo ricevuto che blocca l’avversario per più di 2 secondi. 

2° forma disarmata di combattimento / Kenpo Ju-jitsu D.A. Consiste in un combattimento totale, con regole di gara a pieno contatto, l’ausilio di caschetto a protezione del viso, piccoli guanti che consentono la presa, para tibie e scarpe facoltativo.

Comprende colpi di percussione, di pugno, di ginocchio, di gomito e di calcio sia in piedi sia a terra, proiezioni, lotta a corpo a corpo sia in piedi sia a terra, bloccaggi e finalizzazioni.

Il combattimento si svolge in due riprese, la prima da 3 minuti, e la seconda da 4 minuti.

La seconda ripresa si svolgerà con un combattente che userà la totalità dei colpi, mentre l’altro potrà solamente combattere a corpo a corpo, dopo 2 minuti si farà il cambio di ruolo.

La vittoria sarà assegnata a chi realizzerà più punti.

Il combattimento sarà fermato solo per bloccaggi alle braccia, alle gambe, per finalizzazioni o per un colpo ricevuto che blocca l’avversario per più di 2 secondi.

In questi casi l’incontro avrà termine immediato proclamando il vincitore.

3° forma armata / disarmata di combattimento Kenpo Ju-jitsu D.A.

Questo tipo di combattimento totale armato / disarmato, aggiunge al combattimento disarmato quella di colpire anche con le armi.

Si svolge in quattro riprese.

1) combatt. con aggiunta di bastone 3 minuti

2) combatt. con aggiunta di coltello 3 minuti

3) combatt. con aggiunta di bastone contro disarmato 4 minuti con cambio di ruolo

4) combatt. con aggiunta di coltello contro disarmato 4 minuti con cambio di ruolo

Il combattimento si svolgerà in riprese da 3/4 minuti e la vittoria sarà assegnata a chi realizzerà più punti.

Il combattimento sarà fermato solo per bloccaggi alle braccia, alle gambe, per finalizzazioni o per un colpo ricevuto che blocca l’avversario per più di 2 secondi.

In questi casi l’incontro avrà termine immediato proclamando il vincitore.

La scuola vede la protezione del viso con la maschera come una buona opportunità che fa si, che si possa combattere duramente e nello stesso tempo non venga a meno la possibilità di continuare ad allenarsi duramente e con continuità.

La scuola condivide il vecchio adagio secondo cui "gli occhi sono lo specchio dell'anima" e che il volto su cui si riflettono gli eventi della vita, rappresenti l'espressione esteriore delle esperienze nel mondo.

Per questo, per quanto possibile, si ritiene buona cosa l’aver riguardo per il viso proteggendolo con le dovute protezioni.

La scuola ritiene altresì che, sia giusto e doveroso mettere a rischio la frattura dello specchio della nostra Anima quando dovesse essere minacciata la nostra stessa Anima dell’esperienza di giustizia e libertà.

Le arti marziali, oltre alla competizione agonistica, hanno come obiettivo l'equilibrio e la trasformazione interiore. Rappresentano uno stile di vita e una filosofia che indicano la via da seguire. Attraverso la pratica, è possibile aumentare la propria autostima, la capacità di gestire le situazioni difficili, la forza di volontà e il controllo delle emozioni. Grazie alla combinazione di esercizio fisico, respiratorio, mentale e spirituale, le arti marziali sono tra le migliori discipline che armonizzano mente e corpo.

Le arti marziali orientali che seguono l’insegnamento psicologico tradizionale, si distinguono per la loro maggiore flessibilità rispetto alle arti marziali Occidentali, che invece sono più aggressive. Nelle arti marziali orientali, l'obiettivo è quello di colpire il nemico con la massima precisione, mentre il pensiero occidentale concentra il focus più sulla preparazione fisica e potenza del colpo. Ciò implica che le tecniche orientali richiedono una maggiore capacità di apprendimento e una costante esercitazione.

Sarà nell’attenzione della scuola quello di porsi come faro guida per la salvaguardia di quelle radici che vedono le Arti Marziali come percorso formativo e spirituale dell'individuo.

Difesa Personale Kenpo Ju-jitsu D.A.

Sulla base di attenti studi sulla psicologia del comportamento umano e dopo uno scrupoloso e minuzioso studio per l’immediato controllo dell’aggressore, ho codificato un metodo di difesa personale a più livelli con la caratteristica dell'adattamento a situazioni e persone di diversa preparazione tecnica. Per farlo, ho tenuto conto del fatto che le variabili nella realtà sono molteplici e il gioco tra ciò che appare logico o illogico porta alla vittoria ora dell’uno ora dell’altro.

Purtroppo oggi vi sono scuole di arti marziali che, non avendo nel loro programma di studio il combattimento a contatto pieno, propongono tecniche di difesa personale poco efficaci nella realtà.

L' errore di non dare la giusta importanza alla difesa personale è commesso anche da quelle scuole che, pur avendo nel loro programma il combattimento a pieno contatto, danno solo importanza alle gare.

Vi sono poi gli pseudo professionisti della difesa personale che, oltre a non aver mai avuto un reale scontro fisico, non hanno neppure esperienza nel campo dei combattimenti sportivi a pieno contatto. A chi fa parte di questa squadra di guerrieri non manca però il coraggio di criticare la validità delle arti marziali che, pur essendo all'avanguardia nelle tecniche di combattimento, appoggiano la loro base nella tradizione, cosa fondamentale per la crescita personale. Sarebbe poi curioso sapere da dove abbiano attinto per codificare il loro programma di difesa personale se non dalle arti marziali da loro tanto criticate. Nella loro critica sono compresi anche gli sport da combattimento. Essi sostengono che in qualsiasi forma di combattimento con regole sportive non si acquisisca la capacità di mettere in pratica quell'esperienza nella realtà. Ciò che a loro forse non è chiaro è che il combattimento non è solo una grande esperienza tecnica, ma è conoscenza di sé stessi e significa mettersi in gioco affrontando, nel rispetto delle regole, un avversario che aggredisce con forza, decisione e determinazione. L'ottusa logica di chi non ha praticato o ha praticato pochissimo il combattimento a pieno contatto è quella di pensare che chi combatte con regole sportive arrivi a guadagnarsi la stupidità e perciò sia incapace di studiare tutte le variabili nella realtà. Mentre la logica elementare dovrebbe far pensare che in uno scontro reale sia avvantaggiato chi ha aperto la bocca per mettere il paradenti e combattere, non chi lo ha fatto solo a per parlare. Gli insegnanti di difesa personale privi di un'esperienza di combattimento a pieno contatto tendono a lavorare con tecniche di difesa personale create quasi esclusivamente da ragionamenti. Essi sono inconsapevoli del grave errore che commettono nel proporre la loro difesa personale chiamata professionale, ma non potranno che insegnare tecniche lontane dall'essere veramente professionali.

Naturalmente, per quanto riguarda il mio metodo farò sempre attenzione a restare vigile per apportarvi continui miglioramenti.

Le maggiori difficoltà nell'insegnare l'arte della difesa personale, vengono da quelli che pensano che nella realtà basta un semplice pugno in faccia un calcio in mezzo nei testicoli una testata in pieno naso e che niente è possibile fare quando una coltellata arriva all'improvviso mentre l'altro non se lo aspetta. È pur vero che in questo specifico caso non c'è nessuna tecnica vincente, com'è pur vero che, se in una notte buia nascosto dietro un albero ti sparano un colpo in testa sicuramente ti ucciderà, ma queste, sono considerazioni prive di senso logico, ragionamenti da persone confuse.

Non ci vuole molta abilità per saper praticare questo tipo di comportamento, basta affidarsi alla visione di qualche film violento e assorbire questa logica comportamentale.

Per fare questo non serve impegnare la vita in anni di palestra, ma basta semplicemente sviluppare una mentalità da delinquente e starsene a casa sul divano a riposare.

Mentre per chi impegna la vita praticando un Arte, la via è differente ed è quella di dare intelligenza all'istinto tramite una conoscenza che va spesso oltre la razionale comprensione. So che questa conoscenza è difficile da comprendere, poiché in questo studio, la cosa più importante non è la tecnica, ma è l'atteggiamento mentale che, ha come base il combattimento, ma che studia tanti altri fattori strategici e psicologici. Purtroppo le limitazioni a comprendere spesso vengono proprio da persone con buone capacità nel combattimento individuale. Questi rimangono prigionieri del software che la loro mente crea, dandogli assolute sicurezze pur muovendosi in un circuito ristretto di comprensione. A una mente prigioniera della sua vanità, non è consentito l'applicarsi allo studio di un'arte che cerca di andare oltre il razionale sentire e capire, per comprendere altre forme di pensiero che portano alla possibilità di attuare tecniche di difesa personale fuori dal consueto. Questa conoscenza è da me chiamata tecnica invisibile.

Non ho usato il nome di tecniche invisibili perché ho tagliato il traguardo della follia, ma perché come succede nel fenomeno dell'ipnosi, ci si impadronisce dell'avversario senza che se ne renda conto. Naturalmente, questo rimane fuori portata da quanti impegnano le proprie energie in altre direzioni.

Ogni persona ha un suo tempo per capire, e per molti questo tempo non arriverà mai, di questo ne ho coscienza, ma spesso mi lascio ugualmente andare nel regalare gemme di conoscenza pur sapendo che difficilmente saranno comprese.

Quando la Difesa Personale incontra la realtà.

Nella difesa personale intesa solo come protezione della propria incolumità fisica, il risultato è incerto anche per un campione del mondo di combattimento libero, questo perché la realtà è imprevedibile e soggettiva, non c’è mai la sicurezza di vittoria, poiché si possono trovare avversari per tutti i livelli d’istruzione alla difesa personale, esempio: una donna contro un uomo di 120 kg. deciso a tutto oppure un campione del mondo contro un uomo di 50 kg. armato di pistola pronto a sparare.

Resta il fatto che, è sempre meglio conoscere delle tecniche di difesa personale che esserne totalmente digiuni.

La cosa più importante è prendere consapevolezza che lo scopo dell’allenamento di qualsiasi livello, non deve essere quello esclusivo di prepararsi a uno scontro fisico, ma quello di liberarsi sempre più delle incomprensioni e inconsce paure per vivere meglio il quotidiano, e poi sarà, quel che sarà.

Obiettivo del corso

Durante le lezioni, per quanto possa essere possibile, cercheremo di simulare reali aggressioni con l'obiettivo di migliorare nei partecipanti le capacità psico-fisiche.

A tale scopo sarà insegnata una serie di tecniche che avranno come scopo quello di migliorare sia la reattività che le capacità intuitive e di controllo di se stessi prima e durante l'aggressione.

Valuteremo la condizione fisica e di apprendimento di ogni partecipante al corso, con lo scopo di differenziare l'insegnamento in modo da poter dare a ognuno i giusti strumenti per una buona difesa personale.

Programma di studio

1. preparazione fisica.

2. prevenzione e valutazione di possibili situazioni che potrebbero portare a un'aggressione.

3. Esercizi di rilassamento e autocontrollo per raggiungere il giusto atteggiamento psicologico nell’autodifesa.

4. Conoscenza dei sistemi di persuasione per evitare lo scontro fisico.

5. Imparare a convogliare e coordinare l’energia in modo tale che, sia il corpo sia la mente siano pronti a dare una vincente risposta all’aggressione.

6.Tecniche di difesa personale

Conclusione

Il mio pensiero è di non condividere i combattimenti privi di un minimo di regole a tutela degli atleti. Le forme di lotta estrema priva di regole possono facilmente diventare un giocattolo nelle mani dell’ego,” re dell’inganno” che, regala piaceri effimeri in quantità.

A sostegno di questa mia posizione, vi è il preciso fondamento etico e morale che vede l’uomo in una continua evoluzione da quella che era la primitiva e animalesca natura.

Invito alla semplice riflessione che ha visto l’uomo migliorare se stesso proprio in funzione dell’essere stato in grado di darsi regole da rispettare.

Se nella via del combattente, non vi è la parte spirituale a cogliere i frutti, saranno solo le primitive illusioni di onnipotenza sull'altro a prevalere.

La realtà va ben oltre il primitivo combattimento corpo a corpo che rende l'uomo miope, dandogli l'illusione di avere importanza sociale poiché ha dimostrato agli altri di dominare la paura fisica.

Le forme di lotta estrema, priva di regole, possono facilmente diventare un giocattolo nelle mani dell’ego,” re dell’inganno” che, regala piaceri effimeri in quantità.

Nella via della conoscenza, l’uomo ha ancora un lungo cammino da percorrere, l’importante è non cadere nell’errore di chiudersi nell’ottusità, ripetendosi continuamente di conoscere bene sia se stessi sia la via che si sta percorrendo.

Il pericolo è di finire per crederci e di conseguenza vivere nella follia di intravedere la perfezione o ancor peggio di essere al traguardo.

Una capacità che l’uomo ha e non deve sprecare, è quella di poter riflettere sulle possibilità d’errore nel valutare se stesso.

Dopo aver valutato con la dovuta minuziosa attenzione il bagaglio tecnico e le caratteristiche del Kenpo Ju-jitsu D.A. ho ritenuto che ci fossero tutte le premesse che danno titolo alla Scuola Marziale il Sentiero di preparare i praticanti, sia all’auto difesa personalizzata indirizzata alla tutela della nostra e dell’altrui incolumità, sia per quanti lo richiedessero, a diverse forme di competizione sportiva.

Kick boxing K1 Rules, Shoot boxe e MMA ( Mixed Martial Arts ) con regolamento di gara che tenga cura dell’incolumità dell’atleta.


È campione colui che si misura con la vita e sa renderla migliore per sé stesso e per gli altri.



DIFESA PERSONALE KENPO JU-JITSU D.A. "DENTRO L'AVVERSARIO" ( Controllo Prima dell'Impatto )





KENPO JU-JITSU D.A. 
DENTRO L’AVVERSARIO
(Controllo Prima dell’Impatto)

Motti della Scuola 

ISTINTO RAGIONE UNITI PER CRESCERE
VI SONO MOMENTI IN CUI NELLA VITA COME NELLA LOTTA,
L’AIUTO VIENE SOLO DA TE STESSO

DIFESA PERSONALE D.A. “DENTRO L’AVVERSARIO”


Difesa Personale Kenpo Ju-jitsu D.A.

Sulla base di attenti studi sulla psicologia del comportamento umano e dopo uno scrupoloso e minuzioso studio per l’immediato controllo dell’aggressore, ho codificato un metodo di difesa personale a più livelli con la caratteristica dell'adattamento a situazioni e persone di diversa preparazione tecnica. Per farlo, ho tenuto conto del fatto che le variabili nella realtà sono molteplici e il gioco tra ciò che appare logico o illogico porta alla vittoria ora dell’uno ora dell’altro.

Purtroppo oggi vi sono scuole di arti marziali che, non avendo nel loro programma di studio il combattimento a contatto pieno, propongono tecniche di difesa personale poco efficaci nella realtà.

L' errore di non dare la giusta importanza alla difesa personale è commesso anche da quelle scuole che, pur avendo nel loro programma il combattimento a pieno contatto, danno solo importanza alle gare.

Vi sono poi gli pseudo professionisti della difesa personale che, oltre a non aver mai avuto un reale scontro fisico, non hanno neppure esperienza nel campo dei combattimenti sportivi a pieno contatto. A chi fa parte di questa squadra di guerrieri non manca però il coraggio di criticare la validità delle arti marziali che, pur essendo all'avanguardia nelle tecniche di combattimento, appoggiano la loro base nella tradizione, cosa fondamentale per la crescita personale. Sarebbe poi curioso sapere da dove abbiano attinto per codificare il loro programma di difesa personale se non dalle arti marziali da loro tanto criticate. Nella loro critica sono compresi anche gli sport da combattimento. Essi sostengono che in qualsiasi forma di combattimento con regole sportive non si acquisisca la capacità di mettere in pratica quell'esperienza nella realtà. Ciò che a loro forse non è chiaro è che il combattimento non è solo una grande esperienza tecnica, ma è conoscenza di sé stessi e significa mettersi in gioco affrontando, nel rispetto delle regole, un avversario che aggredisce con forza, decisione e determinazione. L'ottusa logica di chi non ha praticato o ha praticato pochissimo il combattimento a pieno contatto è quella di pensare che chi combatte con regole sportive arrivi a guadagnarsi la stupidità e perciò sia incapace di studiare tutte le variabili nella realtà. Mentre la logica elementare dovrebbe far pensare che in uno scontro reale sia avvantaggiato chi ha aperto la bocca per mettere il paradenti e combattere, non chi lo ha fatto solo a per parlare. Gli insegnanti di difesa personale privi di un'esperienza di combattimento a pieno contatto tendono a lavorare con tecniche di difesa personale create quasi esclusivamente da ragionamenti. Essi sono inconsapevoli del grave errore che commettono nel proporre la loro difesa personale chiamata professionale, ma non potranno che insegnare tecniche lontane dall'essere veramente professionali.

Naturalmente, per quanto riguarda il mio metodo farò sempre attenzione a restare vigile per apportarvi continui miglioramenti.

Le maggiori difficoltà nell'insegnare l'arte della difesa personale, vengono da quelli che pensano che nella realtà basta un semplice pugno in faccia un calcio in mezzo nei testicoli una testata in pieno naso e che niente è possibile fare quando una coltellata arriva all'improvviso mentre l'altro non se lo aspetta. È pur vero che in questo specifico caso non c'è nessuna tecnica vincente, com'è pur vero che, se in una notte buia nascosto dietro un albero ti sparano un colpo in testa sicuramente ti ucciderà, ma queste, sono considerazioni prive di senso logico, ragionamenti da persone confuse.

Non ci vuole molta abilità per saper praticare questo tipo di comportamento, basta affidarsi alla visione di qualche film violento e assorbire questa logica comportamentale.

Per fare questo non serve impegnare la vita in anni di palestra, ma basta semplicemente sviluppare una mentalità da delinquente e starsene a casa sul divano a riposare.

Mentre per chi impegna la vita praticando un Arte, la via è differente ed è quella di dare intelligenza all'istinto tramite una conoscenza che va spesso oltre la razionale comprensione. So che questa conoscenza è difficile da comprendere, poiché in questo studio, la cosa più importante non è la tecnica, ma è l'atteggiamento mentale che, ha come base il combattimento, ma che studia tanti altri fattori strategici e psicologici. Purtroppo le limitazioni a comprendere spesso vengono proprio da persone con buone capacità nel combattimento individuale. Questi rimangono prigionieri del software che la loro mente crea, dandogli assolute sicurezze pur muovendosi in un circuito ristretto di comprensione. A una mente prigioniera della sua vanità, non è consentito l'applicarsi allo studio di un'arte che cerca di andare oltre il razionale sentire e capire, per comprendere altre forme di pensiero che portano alla possibilità di attuare tecniche di difesa personale fuori dal consueto. Questa conoscenza è da me chiamata tecnica invisibile.

Non ho usato il nome di tecniche invisibili perché ho tagliato il traguardo della follia, ma perché come succede nel fenomeno dell'ipnosi, ci si impadronisce dell'avversario senza che se ne renda conto. Naturalmente, questo rimane fuori portata da quanti impegnano le proprie energie in altre direzioni.

Ogni persona ha un suo tempo per capire, e per molti questo tempo non arriverà mai, di questo ne ho coscienza, ma spesso mi lascio ugualmente andare nel regalare gemme di conoscenza pur sapendo che difficilmente saranno comprese.

Quando la Difesa Personale incontra la realtà.

Nella difesa personale intesa solo come protezione della propria incolumità fisica, il risultato è incerto anche per un campione del mondo di combattimento libero, questo perché la realtà è imprevedibile e soggettiva, non c’è mai la sicurezza di vittoria, poiché si possono trovare avversari per tutti i livelli d’istruzione alla difesa personale, esempio: una donna contro un uomo di 120 kg. deciso a tutto oppure un campione del mondo contro un uomo di 50 kg. armato di pistola pronto a sparare.

Resta il fatto che, è sempre meglio conoscere delle tecniche di difesa personale che esserne totalmente digiuni.

La cosa più importante è prendere consapevolezza che lo scopo dell’allenamento di qualsiasi livello, non deve essere quello esclusivo di prepararsi a uno scontro fisico, ma quello di liberarsi sempre più delle incomprensioni e inconsce paure per vivere meglio il quotidiano, e poi sarà, quel che sarà.

Obiettivo del corso

Durante le lezioni, per quanto possa essere possibile, cercheremo di simulare reali aggressioni con l'obiettivo di migliorare nei partecipanti le capacità psico-fisiche.

A tale scopo sarà insegnata una serie di tecniche che avranno come scopo quello di migliorare sia la reattività che le capacità intuitive e di controllo di se stessi prima e durante l'aggressione.

Valuteremo la condizione fisica e di apprendimento di ogni partecipante al corso, con lo scopo di differenziare l'insegnamento in modo da poter dare a ognuno i giusti strumenti per una buona difesa personale.

Programma di studio

1. preparazione fisica.

2. prevenzione e valutazione di possibili situazioni che potrebbero portare a un'aggressione.

3. Esercizi di rilassamento e autocontrollo per raggiungere il giusto atteggiamento psicologico nell’autodifesa.

4. Conoscenza dei sistemi di persuasione per evitare lo scontro fisico.

5. Imparare a convogliare e coordinare l’energia in modo tale che, sia il corpo sia la mente siano pronti a dare una vincente risposta all’aggressione.

6.Tecniche di difesa personale





ISTRUTTORE ANDREA GUCCIONE / CURRICULUM /


    SCUOLA MARZIALE IL SENTIERO

 PERCORSO DI CRESCITA INTERIORE




  CURRICULUM ISTRUTTORE ANDREA GUCCIONE

Nato il 28/12/1989, inizia la pratica delle Arti Marziali nel 1994 con il Nippon Kempo e continua con il kenpo c.i.a.d. (combattimento individuale armato disarmato) sotto la guida del Maestro Giovanni Guccione.

Nel 2012 ha gareggiato rappresentando la F.I.N.K. (Federazione Italiana Nippon Kempo) allagara internazionale a Los Angeles (USA) ottenendo il risultato di secondo classificato. 

Dal 2013 al 2020 continua la sua ricerca d'apprendimento nell'Arte della lotta, praticando la boxe e la Kick Boxing regolamento K1Rules.

Dopo aver maturato queste interessanti esperienze, e continuando a coltivarle seguendo lezioni di Boxe del Maestro Maurizio Russo, decide di collaborare con il Maestro Giovanni Guccione e riprendendo a seguire i sui insegnamenti nel Kenpo Ju-jitsu D.A. (combattimento a pieno contatto armato disarmato).   

Grado: Istruttore Superiore Kenpo Ju-Jitsu D.A. 4° Dan

Grado: Istruttore Superiore Nippon Kenpo Evolution 4° Dan

Grado: Istruttore: Kick Boxing K1 Rules 1° Dan

Istruttore: Difesa Personale D.A.




METAFORA DELLA "SCUOLA IL SENTIERO" PERCORSO DI CRESCITA INTERIORE / KENPO JU-JITSU D.A.





Motti della Scuola
ISTINTO E RAGIONE UNITI PER CRESCERE
VI SONO MOMENTI IN CUI NELLA VITA COME NELLA LOTTA,
L’AIUTO VIENE SOLO DA TE STESSO
METAFORA DELLA SCUOLA MARZIALE “IL SENTIERO” 

Tra metafora e realtà

 Un allegro viandante, cercando risposte al lieto vivere, casualmente vide e decise di assistere a un allenamento di un vecchio Maestro. Egli lo osservò stare immobile per molto tempo, poi sottoporsi ad un lungo e intenso allenamento fisico.

Alla fine si rivolse a lui chiedendogli qual era il motivo di tanti anni di duro impegno mentale e sofferenza fisica.

“La conquista della felicità” rispose il Maestro con un gran sorriso. Poi continuò dicendo: “Se tu vuoi essere felice come me, una buona strada da seguire è sicuramente quella dell’Arte della Meditazione, che mette a contatto profondo con la nostra amata amica Anima e quella dell’Arte della lotta che mette a contatto con gli istinti più primordiali di Sopravvivenza, Paura, Aggressività e incomprensione dell’esistenza. Questo percorso crea l’opportunità di realizzare il nobile guerriero di realtà interiore”.

Il viandante rispose: “Non ho bisogno di quanto mi stai proponendo. Io sono già felice”.

A questo punto il Maestro, guardandolo con occhi ridenti e viso raggiante, colmo di pura gioia, disse: “Fermo… un momento. Forse non mi sono sufficientemente spiegato. Stai bene attento. Ti sto dicendo che potrai essere più felice… felice come me!”

Dopo queste ultime parole, decine di stupende e bianche farfalle gli si posarono sulle spalle.

Il viandante, stupito da quanto aveva visto, capì immediatamente che quella sarebbe stata la sua nuova via verso la comprensione e la felicità.

MORALE

Non mentire a te stesso.

Scegli il meglio per la tua vita.

Quando scegli mantieni con tenacia la tua scelta, ma sii sempre pronto a cambiarla con uguale tenacia e determinazione.

 
                                                         

INNO DELLLA SCUOLA MARZIALE "IL SENTIERO" KENPO JU-JITSU D.A.




 Motti della Scuola
ISTINTO E RAGIONE UNITI PER CRESCERE
VI SONO MOMENTI IN CUI NELLA VITA COME NELLA LOTTA,
L’AIUTO VIENE SOLO DA TE STESSO

     Inno della Scuola Marziale "il Sentiero" 
                          Ju-jitsu kenpo d.a.

Siamo guerrieri sì... ma per capire.

Guerrieri sì… ma per scoprire qual è il giusto percorso da seguire per eliminare l’affliggente  dolore causato dall’incomprensione nell’esistere in questo meraviglioso e indomabile mondo, che infinite cose ci mette a disposizione, cedendoci però solo quello che sappiamo comprendere. Guerrieri sì… ma alla conquista della comprensione di noi stessi.      Siamo guerrieri sì… ma con dolore, quando scopriamo che la luce che illumina la via della comprensione non abita nei  cuori dei molti.

E’ l’anima che ci può indicare dov’è nascosto l’universale amore.

Ma lo indicherà solo al nobile guerriero. Colui che anche dopo grandi conquiste e onori continuerà a vivere la propria vita in umiltà, retto nella giustizia e prodigo nell’amore.

Nella Scuola Marziale “Il Sentiero”, che persegue l’Arte della comprensione di noi stessi, potrai trovarvi amici e calore, e ancor di più divenire amico e buon consigliere di te stesso.

Noi di detta Arte, quando nel cammino qualcosa ci disturba, ci proiettiamo nel futuro, e da là giudichiamo. Quasi sempre ne ridiamo.

In caso contrario, ritorniamo e combattiamo.

Nel percorso “Il Sentiero”,  rabbia, dolore, sorrisi e lacrime saranno la chiave che aprirà il nostro cuore al dolce silenzio, là: “dove l’anima si svela.”

Siamo guerrieri sì… ma per capire se questa vita finisce qui o è un passaggio d’esperienza per l’avvenire.

Guerrieri sì… ma alla conquista della tranquillità, dolce elisir di un armonioso divenir... serenità... serenità.

MAESTRO GIOVANNI GUCCIONE CURRICULUM




Motti della Scuola

ISTINTO E RAGIONE UNITI PER CRESCERE
VI SONO MOMENTI IN CUI NELLA VITA COME NELLA LOTTA,
L’AIUTO VIENE SOLO DA TE STESSO

Curriculum Maestro Fondatore Giovanni Guccione 

 Nato nel 1954 ad Alia ( PA ) fin dall’infanzia attratto dalla lotta, ne cercavo di cogliete l’arte, ufficialmente iniziai il mio percorso nelle Arti Marziali nell’aprile del 1973 frequentando la palestra del Maestro Santambrogio, oggi Maestro Benemerito di Judo.

Il M° Santambrogio, insegnava un suo personale stile di Ju-jitsu che chiamava impropriamente Nippon kempo, molto differente dal Nippon kempo originale insegnato dal Maestro Toshio koike a partire dal 1978.

Praticai quello stile fino al 1978 ottenendo il grado di 2°dan. Nel 1980 mi recai per circa un mese in Giappone per sostenere esami di qualifica con il gran Maestro Ryonosuke Mori fondatore della federazione Nippon Kenpo Kyokai e allievo diretto del Gran Maestro Sawayama Masaru Muneomi fondatore del Nippon Kempo.

Nel 1981, Fondai l’A.N.K.I. ( Associazione Nippon Kempo Italia Sei-Shin-Kan )

Nel 1982 ritornai nuovamente in Giappone per aggiornamenti tecnici e organizzativi.

Dal 1988 al 1996, feci parte dell’A.I.N.K. ( Associazione Italiana Nippon Kempo), con incarichi quali: responsabile dei rapporti con la federazione Giapponese, presidente della commissione d’esame per cinture nere e di qualifica per allenatori, istruttori e Maestri, e direttore Tecnico per l’Italia dal 1994 al 1996.

Nel 1994 ho conseguito il grado di Cintura Nera 5° Dan rilasciatomi dalle due più importanti federazioni Giapponesi, la Nippon Kenpo Renmei e K.A.I. (Kenpo Association International).

Nei molti anni dedicati allo studio delle Arti Marziali ho partecipato a corsi e stage di diverse Arti Marziali traendone insegnamento da tutte indistintamente.

Mi sono cimentato anche in quella impropriamente chiamata medicina alternativa.   Riflessologia plantare e della mano, digitopressione, kinesiologia touch for health, rilassamento indirizzato all’auto guarigione, pranoterapia e ipnosi alla libera università di Damanhur, meditazione vipassana.

Forte della convinzione di poter tramite questi studi comprendere meglio sia le Arti Marziali sia a partire da me stesso l’uomo.

Nel Settembre del 1997, Creai un mio personale metodo di combattimento armato-disarmato. Che chiamai l’Arte del Kenpo C.I.A.D. Sei-Shin-Do. ( Combattimento Individuale Armato-Disarmato )

Nel 2004 codificai 235 tecniche suddivise per livelli di apprendimento. I kata furono realizzati su video con l’assistenza del Gran Maestro di Nippon kempo Daniele Sinigaglia ( che per anni fu mio stretto collaboratore nel Kenpo C.I.A.D.), e il Maestro Fabio Allievi.

Nel gennaio del 2002, fondai l’associazione sportiva “ Scuola Marziale di Crescita Interiore.

Nel 2011 in virtù dell'esperienza maturata nel Kenpo C.I.A.D.” e in aggiunta ad accurati studi sull’approfondimento delle Arti Marziali; decisi di dare una nuova svolta al mio percorso Marziale, cambiai così nome al mio metodo in Kenpo Ju-jitsu.

Codificai anche un metodo di difesa personale a più livelli di difficoltà d’apprendimento rivolto a tutti, ad amatori e a professionisti del settore.

Nel 2018 sotto la luce di una nuova consapevolezza, per meglio esprimere il mio rimodellato pensiero strategico e filosofico nella via delle Arti Marziali, oltre ad apportare un nuovo cambiamento al nome della mia scuola, da Scuola Marziale di Crescita Interiore a Scuola Marziale “il Sentiero” Percorso di Crescita Interiore, pensai di arricchire l’anima del mio personale metodo di kenpo Ju-jitsu, con l’acronimo “D.A.” ( Dentro l’Avversario).

Con il concetto di “dentro l’avversario”, si intende l’entrare in rapporto con l’inconscio dell’avversario e, precisamente con quella parte istintuale che agisce escludendo il ragionamento.

In questa nuova visione, sia il combattimento libero che la difesa personale, si esprimono sotto lo stesso concetto di Crescita Personale e salvaguardia dell’altrui e della propria incolumità.

Come maestro fondatore del Kenpo Ju-jitsu D.A., ho scelto il tradizionale sistema di riconoscimento di qualifica basato sulla scala a salire da 1 a 10, collocando il mio grado all’ 8° Dan ( livello ), con l’impegno di continuare con dedizione a cercare di ampliare la mia comprensione.

La più completa Arte non è che uno sguardo verso l’irraggiungibile perfezione”




 

Insieme per Crescere